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Il progetto “ADOTTIAMO UNA VALLE”

Alla base dello sviluppo progettuale vi sono alcuni principi nel tempo sviluppati, discussi ed accettati come propri da parte del gruppo di cittadini che, liberamente e da molti anni ormai, ha fondato il Comitato della Val Varenna in Pegli.
Uno fra gli altri è che la qualità della vita debba e possa essere tanto elevata quanto concesso dal rapporto fra benessere e quantità di risorse utilizzate, e che lo sviluppo sostenibile sia, in effetti, un processo dinamico di evoluzione delle modalità di sfruttamento delle risorse, degli investimenti economici, dello sviluppo tecnologico e degli orientamenti istituzionali, ossia un processo multidimensionale che richieda un approccio complesso e multidisciplinare. Il fine è l’impedire che non venga tenuto debitamente conto, nel perseguire lo sviluppo economico, delle risorse naturali, delle esigenze economiche e delle caratteristiche sociali proprie della singola realtà territoriale, la Val Varenna appunto, e che le conseguenze possano portare ad una forma di disgregazione della comunità locale intesa nel suo insieme, come valori, tradizioni, memorie storiche, realtà microeconomiche di valle, che possa essere accantonata l’ipotesi di riportare questo spazio geograficamente definito ad affrontare e ostacolare la continua distruzione dell’habitat ed inquinamento delle diverse matrici ambientali presenti nelle loro forme più varie.
Il Progetto “adottiamo una valle” vuole essere per questo un programma dinamico, sviluppato per
adattarsi alle differenti situazioni, priorità e capacità potenziali, alla luce dei bisogni e circostanze. La scala di interventi proposti tiene per questo conto di bisogni e mondo reale, collegando fattori determinati da esigenze in ambito di ambiente, economia e sociale, con attività ed obiettivi concatenati. Corollario al tema centrale: il benessere di tutti, la qualità della vita non può prescindere dal deterioramento dell’ambiente naturale e il coinvolgimento dei cittadini in questo processo gioca un ruolo centrale e determinante. …

Un primo passo nel percorso di progettazione, iniziato nel mese di Novembre 2008, era quindi stabilire una sorta di linea guida che potesse promuovere politiche locali ad integrazione di componenti ambientali, sociali e politici per la protezione dell’ecosistema.
Quindi un paio di sollecitazioni di corollario: indirizzare l’attenzione elaborativa nel contrasto della perdita
delle specifiche biodiversità e lo sviluppo di un processo continuo di monitoraggio in tal senso, oltre alla
ovvia attenzione alla protezione del terreno di valle da erosione ed inquinamento. Per fare ciò non si
poteva che elaborare un percorso di integrazione di temi specificatamente ambientali con altre politiche, incoraggiando e stimolando la partecipazione dei cittadini a comportamenti ecologici, usando mezzi e strumenti accattivanti, cercando contemporaneamente di accrescere la loro consapevolezza e delle specifiche capacità decisionali, quindi sviluppare una pianificazione degli interventi in un percorso
temporale di ampio respiro, certamente non meno di tre, cinque anni.
IL tutto quindi indirizzato alla protezione e valorizzazione sostenibile della natura e biodiversità, della
qualità della vita e dell’ambiente, con una particolare attenzione alla gestione delle risorse naturali ed alla produzione dei rifiuti. D’altra parte la consapevolezza dell’integrazione della protezione ambientale, nel significato più ampio del termine, con lo sviluppo socioeconomico doveva e deve ritenersi fondamentale per migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini tutti, non solo quelli residenti in Val Varenna. La valle, infatti, è uno dei pochi polmoni disponibili rimasti ai cittadini del ponente genovese.
Il coinvolgimento attivo della popolazione della valle in un progetto organico e di ampio respiro, inoltre, è
stato ritenuto necessario in quanto con il passare degli anni le specifiche sollecitazioni svolte nei confronti degli Enti Pubblici, che spesso non hanno portato risultato, hanno prodotto uno scollamento, una caduta di fiducia e credibilità nelle stesse. La gestione condivisa e partecipata nella sua interezza, ( di lì il nome del progetto “adottiamo una valle”), non può non avere, come risultato secondario di un processo decisionale trasparente, un aumento di rispetto e di stima nelle persone componenti delle strutture e degli Enti partecipanti. Questo sarà determinato dal focalizzarsi di una più stretta relazione fra i cittadini e autorità pubbliche in un tale contesto di democrazia partecipata.
Molteplici quindi gli obiettivi di questo progetto, certamente una riqualificazione ambientale della valle
stessa, un accompagnamento alla dismissione della attività estrattive o comunque di cava, un percorso che ci permetta un passaggio nel futuro piano regolatore ad avere una valle vera, verde e vivibile intesa non più come ambito minerario estrattivo, ma indirizzato ad una gestione condivisa di un piccolo gioiellino ambientale sulle alture del ponente genovese.
Questo percorso, come più oltre esplicitato, non può non affrontare il tentativo di messa in qualità
certificata della valle, anche attraverso il miglioramento della qualità della vita degli abitanti. Una
considerazione a parte vede la proposta di assegnazione delle aree industriali dismesse, le aree di cava e di una vecchia struttura industriale che potrà essere riconsegnata alla valle per farne il centro di una serie di attività delle quali gli abitanti usufruiranno.

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